Gent.ma Redazione di Infoagropoli, anche questa settimana vorrei proporre alla vostra attenzione e a quanti avranno la bontà di leggerlo, l'editoriale di Famiglia Cristiana che, come di consueto, si caratterizza per la libertà e il coraggio nel leggere la realtà in cui viviamo, sapendo distinguere tra le vere esigenze delle persone e i veri problemi dalle false priorità e pseudo emergenze. Aiutiamo le famiglie, altro che processo breve! Secondo il settimanale cattolico, che cita anche i recenti dati del ministero dell'Economia, l'Italia è la cenerentola d'Europa, fanalino di coda nel sostegno alle famiglie. A dispetto di chi ritiene la posizione di Famiglia Cristiana parziale e moralistica, il settimanale dei paolini sta dimostrando, invece, di essere uno degli ultimi avamposti capaci, in un clima di informazione controllata e spesso di omessa verità, di richiamare tutti ad una maggiore moralità della politica, denunciandone l'andazzo eccessivamente privatistico e lontano dalla tensione verso il bene comune. Come sempre, grazie per la vostra ospitalità. Cristoforo Cappetta
EDITORIALE DEL 1 SETTEMBRE 2010
Cenerentola d'Europa per la famiglia
Adesso che le elezioni anticipate appaiono scongiurate, il Governo sappresta a portare in Parlamento unagenda di cinque punti su cui chiedere la fiducia. Il piatto forte, naturalmente, è la giustizia. O meglio, il processo breve che, per renderlo meno indigesto allopinione pubblica, si chiamerà processo in tempi ragionevoli. E che avrà una corsia preferenziale, grazie a risorse e investimenti straordinari. Da reperire, a ogni costo, sia pure in tempi di ristrettezze.
Ma a settembre, con la ripresa scolastica, le famiglie
avranno altre priorità: lavoro e lotta alla povertà, innanzitutto.
Le fabbriche riaprono i cancelli, ma circa cinquecentomila posti sono
a rischio. E qualche azienda, da subito, non aprirà nemmeno
i cancelli. Al ministero dello Sviluppo, dove da mesi si è in attesa
di un nuovo ministro, più di duecento tavoli di crisi sono aperti. E
non se ne vede la soluzione.
Sul fronte della famiglia, dopo tante
promesse e qualche timida apertura sul quoziente familiare, tutto sè
arenato. Per i politici il benessere della famiglia non è
bene prioritario, ma merce di scambio, in una logica mercantile che
mira a interessi di parte e non al bene comune. A ricordarci
questo disinteresse, che ha radici lontane e riguarda tutti i
partiti, è il ministero dellEconomia. LItalia è la
cenerentola dEuropa, fanalino di coda nel sostegno alle famiglie.
Dedica alla spesa familiare solo l1,4 per cento del Prodotto
interno lordo, contro una media europea del 2,1 per cento e punte del
3,7 in Danimarca. Nel welfare familiare ci superano Paesi
come Cipro, Estonia e Slovenia. Peggio di noi fanno solo Malta e
Polonia.
La Francia, che potrebbe esserci desempio, ha
invertito il declino demografico con una politica amica della
famiglia e dei bambini. Con servizi e sussidi alla maternità, asili
nido, sgravi fiscali per baby-sitter, agevolazioni sugli affitti per
le case degli studenti e sconti sui treni per famiglie numerose. I
tagli e i risparmi si fanno altrove, su privilegi e sprechi della
casta. Non sulla famiglia. Il mancato investimento sulla
famiglia blocca anche la ripresa e la crescita economica. Ne
è convinto Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, che propone
un patto a livello europeo, che vincoli i Paesi dellUnione a
destinare il 3 per cento del Pil alle famiglie; che obblighi
i Governi a investire nelle politiche di accesso dei giovani al
lavoro (rapido, stabile e ben remunerato); e che permetta alle
famiglie di dedurre le spese per la formazione dei figli.
Ricorda il presidente dello Ior: «I figli producono crescita,
ricchezza e risparmi. La famiglia che forma i suoi figli e assiste i
suoi anziani fa welfare, con meno costi per lo Stato. Non capire
questo è stato un grave errore economico, cui si aggiunge quello
morale: la tendenza progressiva a scoraggiare la famiglia
tradizionale».
Altro che processo breve. O meglio, in tempi ragionevoli.